IL SIGNORE DELLE TALPE

VI INVITO AD AMMIRARE IL RAZIOCINIO CHE SPRIGIONA QUESTA STATUA, CHE RITRAE IL MATTO SABAUDO CHE RISPONDEVA AL NOME DI PIETRO MICCA.

IL BUON PIETRO ERA DI FAMIGLIA UMILE, ORIGINARIA DELLA VALLE CERVO IN PIEMONTE. COMINCIÒ CON IL TIPICO LAVORO DEI MATTONI DA BARETTO VALE A DIRE COME MURATORE, PER POI ARRUOLARSI NELL'ESERCITO DEL RE NELLA COMPAGNIA MINATORI, QUINDI GENTE CHE VIVE TRA LE TALPE PER POI MEGLIO PRESENTARLE AGLI IMBECILLI CHE NE HANNO IL DESIDERIO. QUANDO QUEI MANGIARANE DEI FRANCESI, DURANTE L'ASSEDIO DI TORINO, INVASERO UNO DEI CUNICOLI SOTTERRANEI DELLA CITTADELLA, IL MICCA PENSÒ CHE NO E DUNQUE INVITÒ IL COMPAGNO CHE CON LUI VIGILAVA UNA DELLE PORTE A LEVARSI DI TORNO PRIMA DI IERI PER LASCIARGLI FARE IL SUO LAVORO. DOPODICHÉ DIEDE FUOCO A UNA MICCIA CORTA (PER NON PERDERE TEMPO) E FECE SALTARE IN ARIA VENTI CHILI DI POLVERE DA SPARO FACENDO CROLLARE TUTTO QUANTO E IMPEDENDO AI SUDDETTI GABBIANI IL PASSAGGIO. OVVIAMENTE PIETRO CI LASCIÒ LE PIUME E I VIVI NON POTERONO FARE ALTRE CHE INTITOLARGLI VIE E PAESI (COME SAGLIANO E ANDORNO MICCA NELL'ATTUALE BIELLESE), NONCHÉ CONCEDERE ALLA VEDOVA E AI FIGLI UNA PENSIONE PERCHÉ IL MATTO NON LI FACESSE ESPLODERE DALL'ALDILÀ.

LE SUE ULTIME PAROLE FURONO "SALVATEVI E ME SOLO QUI LASCIATE, CHE QUESTA MIA VITA ALLA PATRIA CONSACRO: SOLO VI PREGO DI PREGARE IL GOVERNATORE PERCHÉ ABBIA PER RACCOMANDATI I MIEI FIGLIUOLI E LA MIA MOGLIE, I QUALI, NON SARANNO POCHI MINUTI SCORSI, PIÙ PADRE NÉ MARITO AVRANNO".