IL PIANETTI

AL SECONDO POSTO DIRETTAMENTE DALLA LOMBARDIA CI GIUNGE LA STORIA DI RAMBO SE FOSSE STATO BERGAMASCO E CON UN LIVELLO DI PAZIENZA INFINITAMENTE PIÙ BASSO.

IL SIGNOR SIMONE PIANETTI ERA UNO COSÌ TRANQUILLO MA COSÌ TRANQUILLO CHE DA RAGAZZO GIÀ RISCHIÒ DI IMPALLINARE IL PADRE PER FACCENDE DI EREDITÀ, QUINDI VI LASCIO IMMAGINARE QUANTO BUONA POTESSE ESSERE L'IDEA DI ROMPERGLI I COGLIONI. EPPURE...

ANDATO IN AMERICA IN CERCA DI FORTUNA, VI TROVÒ SOLTANTO LA MAFIA CHE MOLTO LUCIDAMENTE FINÌ PER DENUNCIARE. MA NON ESSENDO ANCORA UN CARCIOFATORE PROFESSIONISTA, DOVETTE RITORNARE IN PATRIA PER NON FINIRE LUNGO STESO. IN ITALIA PERÒ LE COSE NON ANDARONO MEGLIO, ANZI.

IL PIANETTI DIFATTI PROVÒ A GUADAGNARSI IL PANE ONESTAMENTE PRIMA CON UNA BALERA E POI CON UN MULINO, MA LA GENTE ERA PROPRIO STANCA DELLA VITA E COSÌ BOICOTTARONO ENTRAMBE LE ATTIVITÀ. SIMONE SUBITO PENSÒ DI AUTOSTENDERSI, MA POI DISSE "EH NO" E DECISE INVECE DI STENDERE I PEZZI DI MERDA CHE LO AVEVANO INFASTIDITO COSÌ GRANDEMENTE. STILATA UNA LISTA DI IMBECILLI E IMBRACCIATO IL SUO FUCILE A TRE CANNE, RESE DIVERSAMENTE RESPIRANTI SETTE PERSONE TRA CUI UN MEDICO, IL PARROCO E IL SEGRETARIO DEL SINDACO, PRIMA DI DARSI ALLA FUGA PER I BOSCHI. IL GIORNALE "IL SECOLO" COLSE PERFETTAMENTE L'ESSENZA DEL MATTO SCRIVENDO CHE "AL PIANETTI NE AVEVANO FATTE TANTE CHE NON POTEVA PIÙ FRENARSI".

TENNE IN SCACCO QUALCOSA COME TRECENTO UOMINI MENTRE IL SINDACO AUMENTAVA LA TAGLIA SULLA SUA TESTA FINO A CINQUEMILA LIRE. IL FIGLIO LO INCONTRÒ PER CONVINCERLO A COSTITUIRSI, MA OVVIAMENTE QUELLO RIFIUTÒ CORTESEMENTE DICENDO "NON MI TROVERANNO MAI, NÉ VIVO NÉ MORTO". E INFATTI NESSUNO LO TROVÒ MAI E PARE CHE RIUSCÌ A VIVERE FINO A OLTRE GLI OTTANTANNI, FORSE EMIGRANDO IN AMERICA, COME NELLA MIGLIORE LETTERATURA DELLA GENTE MATTA.