LA RASPUTIN ROMANA

ABBIAMO PARLATO DI ROMATTI, ORA È IL MOMENTO DI PARLARE DI ROMATTE E QUINDI COMICIAMO CON AGRIPPINA CHE COMINCIA LA SUA VITA NASCENDO IN UN ACCAMPAMENTO MILITARE NELL'ATTUALE COLONIA, FIGLIO DI QUEL BUON SBERLABARBARI DI GERMANICO. FIN DA PICCOLA DIMOSTRÒ POCA SIMPATIA PER IL RAGIONAMENTO, ODIANDO A MORTE TIBERIO CHE LE AVEVA AVVELENATO IL PADRE (AH, LA FAMILIAS...), MA ALL'EPOCA POTEVA FARE POCO E SEMPLICEMENTE FU COSTRETTA A SPOSARE GNEO DOMIZIO ENOBARBO, PER CUI POTÉ SOLO SFOGARE LA SUA POCA PAZIENZA PARTORENDO QUEL MATTO DI NERONE, FAMOSO PER ESSERE UN CONCENTRATO DI OMICIDIO E PAZZIA IN GENERALE. MORTO TIBERIO GLI SUCCEDETTE QUELL'ALTRO NONRAGIONANTE DI CALIGOLA E AGRIPPINA, SUA SORELLA, DECISE DI DEDICARSI ALLA NOBILE ARTE DELLA CONGIURA, FINENDO CON L'ESSERE SCOPERTA E ESILIATA. QUANDO LA SUCCESSIVA CONGIURA LO ELIMINÒ, DECISE CHE ERA IL MOMENTO DI TORNARE, GIUSTO IN TEMPO PER VEDER AMMAZZARE LA SORELLA DA QUELLA GABBIANA DI MESSALINA. DA QUESTO MOMENTO, ABBANDONATA DEL TUTTO LA GABBIANITÀ E DEDICATASI ALL'ALLEGRO PASSATEMPO DEL CARCIOFAMENTO PERCHÉ SÌ, COSÌ FECE AMMAZZARE MESSALINA, SPACCIANDO LA COSA PER UN ORDINE DELL'IMPERATORE CLAUDIO CHE POI SPOSÒ E CUI FECE RICONOSCERE IL FIGLIO NERONE COME LEGITTIMO SUCCESSORE. FATTO CIÒ DECISE CHE QUELLO AVEVA RESPIRATO ABBASTANZA E GLI FECE BASTA CON UN BEL PIATTO DI FUNGHI VELENOSI. TOCCÒ QUINDI A NERONE PRENDERE IL TRONO E QUELLO PENSÒ BENE CHE CI FOSSE POSTO PER UN SOLO MATTO IMPERIALE, QUINDI LA FECE BUTTARE DALLA NAVE SU CUI STAVA ANDANDO A SCAMPAGNARE. I MARINAI PER COMPLETARE L'OPERA LE REMARONO IN FACCIA, MA L'UNICA A RIMANERCI FU LA SUA SCHIAVA, MENTRE L'AUGUSTA SE LA FACEVA BELLAMENTE A NUOTO FINO A TERRA, NONOSTANTE FOSSE FERITA. AL CHE NERONE DECISE CHE BISOGNAVA FARE BASTA ALLA VECCHIA MANIERA E LE MANDÒ UNA BELLA QUANTITÀ DI SOLDATI, A CUI LEI, DOPO AVER PRESO UN BEL PO' DI COLPI SCOPRÌ IL VENTRE E GLI SPIEGÒ COME DOVEVANO COLPIRE SE NON VOLEVANO ESSERE DEI MISERI GABBIANI E COSÌ, CON QUEST'ULTIMA OPERA BUONA, RAGGIUNSE IL RESTO DELLA FAMIGLIA NEGLI INFERI

SAN NICOLA PATRONO DEGLI SCHIAFFI

SICCOME CI HANNO FATTO NOTARE CHE NON ABBIAMO PARLATO DEL MATTO NATALIZIO PER ECCELLENZA E CIOÈ SAN NICOLA, RIMEDIAMO PRIMA DI ADESSO.

IL BUON NICOLA È ORIGINARIO DI PATARA NELL'ATTUALE TURCHIA, MA È CONOSCIUTO ANCHE COME DI BARI E DI MYRA NONCHÉ "MAGNO", PERCHÉ GRANDI ERANO LE SUE MANI IN CONFRONTO ALLA SUA PAZIENZA. È PATRONO DI UNA MAREA DI CITTÀ E NAZIONI, TRA LE QUALI OVVIAMENTE LA RUSSIA CHE È LA PATRIA DI GRAN PARTE DEI MATTI D'OGNI TEMPO. PERSINO LA SUA ICONOGRAFIA LASCIA PRESAGIRE BEN POCO DI BUONO: SEMPRE INCAZZATO E COL BASTONE IN MANO.

FELICEMENTE CELEBRE È L'EPISODIO ACCADUTO DURANTE IL CONCILIO DI NICEA, DOVE TALE ARIO SI PRENDE UNA SUCCOSA QUANTITÀ DI SCHIAFFONI DAL SANTO PERCHÉ SI È PERMESSO DI FARE L'ERETICO IN SUA PRESENZA. FONTI ATTENDIBILI RIFERISCONO DI AVER UDITO SAN NICOLA DIRE "CRISTO E DIO SONO LA STESSA PERSONA COME PRESTO LO SARANNO LA MIA MANO E LA TUA FACCIA".

DALLA SUA FIGURA IL FOLKLORE NORDICO HA MUTUATO IL BABBO NATALE CHE NOI TUTTI CONOSCIAMO, ANCHE SE OVVIAMENTE L'ORIGINE PARE SIA TUTT'ALTRO CHE PACIOSA E ALLEGRA COME SI VEDE IN TIVVÙ: IN BUONA SOSTANZA UN CERTO UOMO NERO O UN DEMONE O PERSINO IL KRAMPUS SI DIVERTIVA A CARCIOFARE BAMBINI MENTRE DORMIVANO E DUNQUE NICOLA AVREBBE ESCLAMATO "COSA FAI" PER POI DARGLIENE TANTE MA TANTE MA TANTE CHE A CONFRONTO I CATTIVI DI BUD SPENCER HAN PRESO SOLO CAREZZE. DOPODICHÉ IL VECCHIO VOLPONE AVREBBE SCHIAVIZZATO SUDDETTA SUDICIA CREATURA CON TANTO DI CATENE PERCHÉ PORTASSE I DONI AI BAMBINI AL SUO POSTO, QUASI SICURAMENTE PER POTER TORNARE A TARTUFARE ERETICI IN SANTA PACE.

TORMATTO TASSO

OGGI TORNIAMO A FICCARVI LA CULTURA IN TESTA A MAZZATE E PARLIAMO DI LETTEMATTURA.

TORQUATO “TORMATTO” TASSO EBBE UNA VITA DA SUBITO MOVIMENTATA. IN QUELL’EPOCA DI SCARSO RAZIOCINIO CHE FU IL 1500, TORMATTO A SEDICI ANNI DECISE DI INIZIARE A SCRIVERE UN POEMA DI MENARE CHE CHIAMÒ GIERUSALEMME. A 18 ANNI, MENTRE FREQUENTA L’UNIVERSITÀ SOTTO LE CURE DI SPERONE SPERONI, NOME CHE È GIÀ TUTTO IL PROGRAMMA, NE SCRIVE UN SECONDO, IL RINALDO, DEDICATO A QUEL SOTTERRAGABBIANI DEL CUGINO DI ORLANDO.
FINITI GLI STUDI SE NE ANDÒ A FERRARA ALLA CORTE DI QUEI GABBIANI DEGLI ESTE CHE NON CAPIRONO BENE CON CHI AVEVANO A CHE FARE E GLI DANNO UNO STIPENDIO DA FAME, INSIEME A MOBBING. ORDUNQUE AD UN CERTO PUNTO, IL NOSTRO CARO TORMATTO DEPONE LA PAZIENZA E FA UNA BELLA SFURIATA AL SIGNOR DUCA D’ESTE IL QUALE DECIDE CHE È MEGLIO TENERLO AL CHIUSO E LO METTE IN MANICOMIO.

LUI NON SMETTE DI SCRIVERE E COME GABBIANATA DEFINITIVA GLI PUBBLICANO IL MIGLIOR POEMA DI MENARE CHE HA SCRITTO SENZA CHIEDERE PERMESSO. POI DATO CHE CI AVEVANO PRESO GUSTO DECIDONO ANCHE CHE LA GERUSALEMME LIBERATA FACEVA SCHIFO. POI NON LO PAGANO IL PREZZO STABILITO PER LA PUBBLICAZIONE DELLE SUE OPERE. AL CHE TORMATTO DECIDE CHE SE VOGLIONO CHE FACCIA SCHIFO CI PUÒ PENSARE LUI E LA PRENDE A SBERLE FINCHÉ NON QUELLA NON DIVENTA LA GERUSALEMME CONQUISTATA, UN POEMA IN CUI ESISTONO SOLO GLI SCHIAFFI DATI AI DIVERSAMENTE CRISTIANI. AL CHE SENTE CHE PUÒ MORIRE TRANQUILLO E SE NE VA A 51 ANNI.

BENE, SE VOLETE RIMANERE GABBIANI FINITE DI LEGGERE QUI, SE NO PARLIAMO DELLA GERUSALEMME LIBERATA. NEL PRIMO CANTO DIO VEDE CHE I CROCIATI SI STANNO INGABBIANENDO, COSÌ SCEGLIE IL PIÙ MATTO, (GOFFREDO), GLI MANDA UN ANGELO COME NELLA MIGLIOR TRADIZIONE E GLI DICE: “TORNA A TIRARE SBERLE, HAI CAPITO O HAI CAPITO”. AL CHE GOFFREDO RADUNA TUTTI E PARTE PER GERUSALEMME. I GABBIANI SARACENI CERCANO DI PROTEGGERE LA CITTÀ CON UN INCANTESIMO, POI CON LE SBERLE, POI CON L’INGANNO, CERCANDO DI ALLONTANARE I GUERRIERI TRAMITE LE MALIE DI ARMIDA. QUESTA PERÒ DOPO AVER ATTIRATO UN BEL PO’ DI GENTE, CAPISCE CHE RINALDO È TROPPO MATTO PER LASCIARSELO SCAPPARE, COSÌ LO RAPISCE E INIZIA A INGABBIANIRLO. AL CHE ARRIVANO DUE SUOI AMICI “POMPOSAMENTE ARMATTI”, LO SGABBIANISCONO E LUI TORNA A SCALDARSI LE MANI SUI COPPINI DEI MAOMETTANI. I CRISTIANI NEL FRATTEMPO VOLEVANO COSTRUIRE DEI MATTI DI LEGNO PER PRENDERE LA CITTÀ, MA IL BOSCO ERA STREGATO E SOLO QUEL MATTO DI RINALDO SCIOGLIE L’INCANTESIMO A FURIA DI CAZZOTTI NEI DENTI AGLI ALBERI. AL CHE I CROCIATI PROCEDONO TRANQUILLAMENTE A MANDARE FRA LE URÌ I DIFENSORI DI GERUSALEMME E DATO CHE C’ERANO ANCHE UN ENORME ESERCITO DI GABBIANI CHE ERA VENUTO IN AIUTO. ARMIDA CERCA DI VENDICARSI DI RINALDO, MA QUANDO LO VEDE IN TUTTA LA SUA MATTITUDINE DECIDE DI PASSARE DALLA SUA PARTE E VISSERO TUTTI MATTI E CONTENTI.

(SÌ, ABBIAMO ESCLUSO LA STORIA DI TANCREDI PERCHÉ SE NON LA CONOSCETE SIETE DEI GABBIANI FATTI E FINITI).