SICCOME A QUALCUNO NON BASTA IL NOME PER CAPIRE CHE UNO NON È NATO PER LA PAZIENZA, RACCONTIAMO ANCHE LA SUA STORIA.
ERA UN ARBËRESHË, FIGLIO DI DEMETRIO BASTA CHE ERA FUGGITO DALL’ALBANIA DOPO LA CONQUISTA OTTOMANA. IL PADRE SERVÌ SOTTO GLI SPAGNOLI COME COMANDANTE DI CAVALLERIA IN ITALIA E NELLE FIANDRE SOTTO QUELL’ALTRO MATTINCAPO DEL DUCA D’ALBA. GIORGIO COMINCIÒ LA SUA PARABOLA DI STENDITORE DI IMBECILLI COME SOLDATO NEL REGGIMENTO DI SUO PADRE E LÌ FU PROMOSSO UFFICIALE. PERÒ PER DIMOSTRARE CHE NON ERA IL CLASSICO GABBIANO DI PAPÀ, GIORGIO SI DEDICA ALLA NOBILE ARTE DEL METTERE LA GENTE COI PIEDI DAVANTI SOTTO CARLO V, POI FILIPPO II E INFINE AL SERVIZIO DI ALESSANDRO FARNESE E FA TANTO MALE CIOÈ BENE CHE ALLA FINE RODOLFO II LO PRENDE COME GENERALE.
AL CHE BASTA PASSA A METTERE IN BOLLA GLI OTTOMANI IN QUEL KEBABBAIO DELLA LUNGA GUERRA. FINITA QUESTA VIENE SCELTO COME PERFETTO CANDIDATO PER METTERE ORDINE IN QUEL POSTO PACIFICO CHE È LA TRANSILVANIA. LÌ ERA IN ATTO UNA DISPUTA TRA MICHELE IL CORAGGIOSO, VOIVODA DI VALACCHIA, E QUEI PAZZERELLI DEI BATHORY AFFIANCATI DAGLI ANGIOLETTI POLACCHI. GIORGIO SCONFIGGE I BATHORY E POI FA CARCIOFARE MICHELE, E PER QUESTI INNEGABILI MERITI DIVENTA CONTE DI HUSZT. FATTO CIÒ OCCUPA LA TRANSILVANIA E INSTAURA UN REGNO DEL TERRORE, RAGION PER CUI VIENE MANDATO IN PENSIONE DALL’IMPERATORE CHE AVEVA CAPITO CHE STAVA PRENDENDO UN PO’ TROPPO GUSTO NEL TERRICCIARE GENTE. IL RESTO DELLA VITA GIORGIO LA PASSA A PRETENDERE QUANTO GLI ERA STATO PROMESSO PER I SUOI SERVIGI (RICEVENDO UN DECIMO DA QUEI TIRCHIONI DEGLI ASBURGO) E A SCRIVERE MANUALI SU COME TERRICCIARE GLI OTTOMANI IN INFERIORITÀ NUMERICA, PER POI FARSI CAROTARE DA UN RAFFREDDORE RINFORZATO DA COLPO APOPLETTICO.