VUOI SAPERE LA STORIA DI MAR QARDAGH SÌ O SÌ? È UNA STORIA CHE GLI OCCIDENTALI NON RACCONTANO.
PRINCIPE DI DISCENDENZA ASSIRA, VISSE A ERBIL SOTTO QUELL’ALTRO MATTUOMO DI SHAPUR II; IL SUO NOME DA GABBIANO ERA GUSHNAWI E FU CON QUESTO NOME CHE SI PRESENTÒ AL RE SHAPUR PER DIMOSTRARE LA SUA MATTITUDINE A 25 ANNI. ERA ABBASTANZA ENORME PER MANDARE OCCHI AL CIELO TUTTI NELLA LOTTA E PER CENTRARE QUALSIASI BERSAGLIO CON IL SUO ARCO, FINO A MANDARE NEL PARADISO DELLE GAZZELLE DUE GAZZELLE CON UNA FRECCIA SOLA.
GUSHNAWI ERA MAGIANO CHE COME È NOTO FA RIMA CON GABBIANO, MA STAVA BENISSIMO FINCHÉ UN GIORNO ANDANDO DALLA SUA CONSUETA PARTITA A POLO NON SI RITROVO UN MONACO DI NOME ABDISHO SULLA STRADA. QUESTI GLI DISSE CHE SE ERA MATTO DOVEVA FARSI CRISTIANO, MA IL RAGAZZO NON LO ASCOLTÒ, ANZI, DECISE DI SBATTERLO IN GATTABUIA COME SI FACEVA COI CRISTIANI ALL’EPOCA. SOLO CHE AL POLO GUSHNAWI S’INGABBIANÒ E NONOSTANTE PRENDESSE A MAZZATE DEVASTANTI LA PALLA NON RIUSCIVA SMUOVERLA. POI ANDÒ A ORIZZONTALIZZARE CON L’ARCO UN PAIO DI GAZZELLE E NON RIUSCÌ A FARE ALTRO CHE TIRARSI FRA I PIEDI.
AL CHE, CONVINTO CHE ABDISHO FOSSE UN PORTAZELLA, SE LO FECE PORTARE DAVANTI PER DARGLI UNA BELLA RIPASSATA.
ABDISHO NON ERA DEI MATTI CHE TIRANO SBERLE, MA DI QUELLI CHE INCASSANO SENZA BATTERE CIGLIO, E ANZI, GLI SPIEGÒ PER FILO E PER SEGNO QUANTO IMBECILLI ERANO I PAGANI. GUSHNAWI LO FECE INCATENARE PER BENE E LO MISE A PANE E ACQUA.
ORDUNQUE, DIO DECISE CHE GUSHNAWI ERA GROSSO, MA LUI ERA DIO E QUINDI AVEVANO FINITO. LIBERÒ IL MONACO NELLA NOTTE, NONOSTANTE FOSSE INCATENATO E CIRCONDATO DALLE GUARDIE.
IL MATTINO DOPO GUSHNAWI VIDE IL PRODIGIO E CAPÌ DI AVER PISCIATO FUORI DAL VASINO. SI RICORDO DI QUANTO AVEVA FATTO LA FIGURA DEL BABBIONE E DECISE CHE LUI FRA I CRETINI NON CI VOLEVA STARE, COSÌ SI DISTACCO DA TUTTE LE USANZE MAGIANE. DOPO POCHI GIORNI UN SOGNÒ GLI INDICÒ DOVE SI TROVAVA ABDISHO E LUI LO RAGGIUNSE E FU BATTEZZATO, E SPESSO ANDAVA A VISITARLO SULLE MONTAGNE.
ORBENE, SIETE STANCHI DELLE GABBIANATE? IO DICO DI SÌ, QUINDI SAPPIATE CHE QUI SONO FINITE E INIZIA LA MATTITUDINE.
DURANTE UNA VISITA AD ABDISHO, UN ESERCITO DI ARABI E ROMEI CON POCA VOGLIA DI VIVERE DECIDE DI APPROFITTARE DELLA SUA ASSENZA PER FARE UN MACELLO E RAPIRE SUA MOGLIE E I SUOI FIGLI. ORBENE IL SIGNOR QARDAGH SCENDE DALLE MONTAGNE, RIPONE CON CURA LA PAZIENZA, PRENDE QUATTRO MATTI, LI INSEGUE, LI BRACCA, LI FRACASSA DI LEGNATE E LI MANDA A CONTARE LE MARGHERITE IRAQENE DALLE RADICI. SI RIPRENDE MOGLIE E FIGLI E SE NE TORNA A CASA SPERANDO DI VIVERE FELICE E TRANQUILLO.
INVECE UN GABBIANINO VA A DIRE ALL’ORECCHIO DI SHAPUR CHE GUSHNAWI HA ABBANDONATO IL MAGIANESIMO E FA STRANE PREGHIERE CHE SEMBRANO PROPRIO DA CRISTIANO, COSÌ QUELLO RADUNA UN ESERCITO PER ANDARE A DIRGLI CHE DEVE ESSERE PAGANO, SÌ O SÌ.
DOPO QUALCHE TRATTATIVA I PERSIANI ASSEDIANO IL SUO CASTELLO. QARDAGH NON CEDE. TUTTI PROVANO A RIPORTARLO DALLA PARTE DEGLI IMBECILLI, LA MOGLIE, IL PADRE, I PARENTI. QARDAGH NON SI SMUOVE DI UN MILLIMENTRO. IL SUOCERO PROVA A CONVINCERLO CON PAROLE SUADENTI DA SOTTO LE MURA. QARDAGH LO TERRICCIA CON UNA FRECCIA IN BOCCA.
ABBANDONATO DA TUTTI I PAGLIACCI DEI SUOI CARI, DECIDE DI AFFRONTARE L’ULTIMA SFIDA. ESCE DAL CASTELLO E LO PRENDONO PER LAPIDARLO. È TALMENTE ENORME CHE LE PIETRE NON GLI FANNO NULLA E PER TRE VOLTE SE LE SCROLLA DI DOSSO COME FOSSERO POLVERE. ALLA FINE IL PADRE LO COLPISCE ALLA TESTA CON UNA PIETRA, E QARDAGH CADE, MARTIRE.
ANCORA OGGI A ERBIL, ALQOSH E IN ALTRI LUOGHI DELLA TERRA DEGLI ARAMEI POTETE VISITARE LE CHIESE DEDICATE AL SANTO PIÙ GROSSO DI SEMPRE.