ECCOVI UN ALTRO MATTO IN SALSA AGRODOLCE: GENGIS KHAN.
DIMOSTRÒ FIN DALLA TENERA ETÀ D'ESSERE DAVVERO UN MATTACCHIONE, COME QUANDO A TREDICI ANNI ORIZZONTALIZZÒ IL FRATELLASTRO CHE GLI AVEVA RUBATO UNA PREDA. PER QUESTO FU CATTURATO E CONDANNATO ALLA TORTURA, MA LUI SCAPPÒ NON PRIMA DI AVER FATTO COMPRENDERE AL BOIA IL GRAVE ERRORE.
POCO DOPO COSTRINSE OGNI TRIBÙ A SEGUIRLO E CONQUISTÒ LETTERALMENTE TUTTO GRAZIE ALLA SUA ABILITÀ NELLO SPEGNERE POPOLI. ANCORA OGGI AMMIRIAMO LE SUE TECNICHE DI GUERRA, GRANDE PROVA DI MODERAZIONE E RAZIOCINIO, COME SCAGLIARE CADAVERI INFETTI OLTRE LE MURA PER APPESTARE TUTTI.
AVEVA UN GRAN TESTONE DA MATTO ED ERA COSÌ GROSSO E INCAZZATO CHE QUANDO MULINAVA LA SPADA CONVENIVA CORRERE MA TANTO. DOVE PASSAVA LUI INFATTI NON RESTAVA IN PIEDI PIÙ NEMMENO UN CASTELLO DI SABBIA.
MORÌ A SETTANT'ANNI DI MALATTIA E IL SUO IMPERO ANDÒ A TROIE PER COLPA DI QUEI GABBIANI DEI FIGLI, MA LA SUA EREDITÀ DI POCA PAZIENZA RIMARRÀ IMMORTALE.
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