FRA DIAVOLO, 35 ANNI DI MATTITUDINE

TREMATE!
FIN DAL SENTIERO DEL TUONO
DALL'ECO VIENE IL SUONO
"DIAVOLO, DIAVOLO, DIAVOLO."

È VENUTO FRA DIAVOLO,
HA PORTATO I CANNONCINI, ‎
PE' AMMAZZÀ LI GIACOBINI,
FERDINANDO È IL NOSTRO RE!



I PRIMI ANNI DI MICHELE ANGELO PEZZA NON SONO MATTI PER NIENTE, MA IL NOSTRO SI RIFARÀ IN SEGUITO. NASCE AD ITRI NEL 1771 E NEI PRIMI ANNI VIENE VESTITO DA FRATE DALLA MADRE PER UN VOTO CAUSATO DA UNA MALATTIA. IL SUO INSEGNANTE PERÒ CAPÌ SUBITO CHE ERA FATTO PER LA SCARSA PAZIENZA E LE SBERLE DI MANROVESCIO SUL VISO E LO CHIAMÒ “FRA DIAVOLO”. DATO CHE CON GLI STUDI ANDAVA MALE, FRA DIAVOLO SE NE VA A LAVORARE DA UN SELLAIO E, DATO CHE NON AVEVA GRANCHÉ DA FARE, CI LITIGA E LO AMMAZZA CON UN AGO DA CUOIO. QUEL GABBIANO DEL FRATELLO DEL SELLAIO GLI GIURA VENDETTA E VIENE MANDATO A CONCIMARE I PORRI ANCHE LUI.

SCAPPA PER UN PO’, POI VIENE A SAPERE CHE IL REGNO DI NAPOLI SI STA PREPARANDO A PRENDERE A SCARPATE SUI DENTI I MANGIARANE DI GABBIANONE BONAPARTE, COSÌ PROPONE DI MENARE I FRANCESI INVECE DI ANDARE IN PRIGIONE. I BORBONICI ACCETTANO. PASSANO MESI IN CUI LO LASCIANO A GRATTARSI LE MANI CHE PRUDONO, POI PARTONO PER ROMA. I COMMILITONI INVECE DI OCCUPARSI DI LIBERARE LA TERRA DAI BAGUETTARI SI SFOGANO SULLA POPOLAZIONE LOCALE. FRA DIAVOLO ERA GIÀ INCAZZATO, MA SI INCAZZA ANCORA DI PIÙ E SE NE VA; RACCOGLIE UN PO’ DI UOMINI E SI DEDICA AL SUO SPORT PREFERITO, LA CARCIOFATURA DELLE ERRE MOSCE. I FRANCESI MOLTO INTELLIGENTEMENTE SACCHEGGIANO ITRI E GLI AMMAZZANO IL PADRE. FRA DIAVOLO HA GIÀ FINITO LA PAZIENZA DA SECOLI E GIURA VENDETTA, MA IL TRATTATO DI SPARANISE LO COSTRINGE A RITIRARSI. PER IL MOMENTO SI LIMITA AD AFFILARE LE LAME, RACCOGLIERE MATTI COME LUI E INTERCETTARE QUALSIASI COSA ODORI DI SENZABIDÈ CHE GLI CAPITI A TIRO.

LA SUA PAZIENZA È TALMENTE POCA CHE GLI INGLESI LO AMMIRANO E LO PREMIANO. QUANDO SI FORMA LA SECONDA COALIZIONE LO SCELGONO PER COMANDARE L’ASSEDIO DI GAETA E LO NOMINANO CAPITANO DEL REGIO ESERCITO BORBONICO. DOPO TRE MESI I FRANCESI NON HANNO IL FEGATO DI TRATTARE CON LUI E SI ARRENDONO AGLI INGLESI. LUI VORREBBE ATTACCARLI LO STESSO, MA I BORBONICI LO FERMANO. L’ESERCITO RIPARTE PER ROMA, MA LA SUA MATTITUDINE FA PAURA, COSÌ AD ALBANO LO IMPRIGIONANO E LO RINCHIUDONO A CASTEL SANT’ANGELO. LA MATTITUDINE PERÒ NON PUÒ STARE IN GABBIA, COSÌ IL NOSTRO SE NE TORNA BEL BELLO A NAPOLI, DOVE SCOPRE CHE IL RE FERDINANDO IV NEL FRATTEMPO LO AVEVA NOMINATO COLONNELLO.

PASSANO 6 ANNI E NEL 1806 GABBIANONE BONAPARTE RITORNA ALLA CARICA ALLA GUIDA DI PENNUTI MANGIARANE PIÙ NUMEROSI DI PRIMA. IL RE SCAPPA E ORDINA DI NON ATTACCARE L’ARMATA, MA MICHELE ARCANGELO PEZZA HA UN CONTO IN SOSPESO CON I MANGIABAGUETTE E DECIDE CHE SE NON VOGLIONO FARLO GLI ALTRI È BRAVISSIMO A SOTTERRARLI DA SOLO. DOPO AVER MENATO LE MANI PER QUALCHE TEMPO VIENE RICHIAMATO A PALERMO DOVE IL RE GLI PROPONE DI GUIDARE LA RIBELLIONE DELLA CALABRIA. FRA DIAVOLO RACCOGLIE GLI UOMINI, LI CHIAMA LA “LEGIONE DELLA VENDETTA” E INIZIA A CAROTARE FRANCESI COME SE NON CI FOSSE UN DOMANI. VIENE RICHIAMATO A PALERMO PROPRIO SUL PIÙ BELLO DA QUEI GENI DEI SUOI SUPERIORI E LA RIVOLTA VIENE SEDATA. ALLORA CERCA DI FAR RIVOLTARE LA CAMPANIA, MA TROVA SOLO 500 UOMINI MATTI ABBASTANZA DA SEGUIRLO. ALLORA RUBA UN PAIO DI CANNONI AI FRANCESI E RIFUGIA A SORA. QUANDO QUESTI SMETTONO DI FUNZIONARE È COSTRETTO A RITIRARSI, APRENDOSI UN VARCO FRA LE LINEE NEMICHE. I FRANCESI LO INSEGUONO E RIESCONO A BLOCCARLO NELLA VALLE DI BOIANO. FRA DIAVOLO LI AFFRONTA ALL’ARMA BIANCA, NE ALLEGGERISCE 400 DEL CORPO E FUGGE ANCORA ALLE FORCHE CAUDINE, DOVE INVECE SUBISCE UNA SCONFITTA.
GLI RESTANO 50 UOMINI, QUINDI DECIDE DI DISPERDERLI E DARSI ALLA MACCHIA E COSÌ CONCLUDE LA SUA VITA, PERCHÉ UN GABBIANO TRADITORE LO VENDE AI FRANCESI CHE LO PROCESSANO E LO FUCILANO, ANCORA RIVESTITO DELL’UNIFORME DI BRIGADIERE DELL’ESERCITO BORBONICO.