ARTURO FERRARIN IL MATTOVOLANTE

EBBENE SE DOBBIAMO PARLARE DI #AEROMATTI MI È OBBLIGATORIO PARLARE DI ARTURO FERRARIN MA NON PER IL SUO CONTO DI STENDIMENTI DI ANIME BENSÌ PERCHÈ PER VOLARE IN TUTTI I POSTI E CON TUTTI I TRABICCOLI CON CUI HA VOLATO LUI UN PO' DI MATTINCAPITUDINE È NECESSARIA
SI ARRUOLA NELLA GRANDE GUERRA COME MITRAGLIERE PER GLI AEROPLANI MA DECIDE CHE LA CLOCHE VUOLE TENERLA LUI E QUINDI SI FA TRASFERIRE AI BOMBARDIERI CONOSCENDO PERTANTO IL FANTASTICO MONDO DEI PAZZOIDI CHE DOPO SOLO TREDICI ANNI DI RAGGIRI ALLA GRAVITÀ PENSAVANO FOSSE DIVERTENTE SFIDARE LE LEGGI DI DIO CON UN TRABICCOLO DI LEGNO CHE FACEVA PIÙ CASINO DI UN BIMBO CHE FA LE PERNACCHIE
DOPO LA GUERRA GLI VIENE UNA BELLA IDEA E ORGANIZZA INSIEME AD ALTRI UNDICI EQUIPAGGI UNA SPEDIZIONE DA ROMA A TOKYO CON UN ANSALDO SVA 9 SOTTO IL CONSIGLIO DEL SOBRISSIMO GABRIELE D'ANNUNZIO E DI QUELL'ALTRO MATTACCHIONE DI HARUKICHI SHIMOI: DA TENERE A MENTE CHE LO SVA 9 AVEVA GIÀ FATTO FATICA NEI CIRCA 1000 CHILOMETRI DI VOLO SU VIENNA E LUI AVEVA IN MENTE DI FARE UN VOLO DI MEZZO MONDO ATTRAVERSO UNA QUANTITÀ DI MICROCLIMI CHE MANCO IN UN'ODISSEA NELLO SPAZIO.
LA SPEDIZIONE RIESCE ALLA PERFEZIONE MA LUI E QUELLA POVERA CAPPA DEL SUO MOTORISTA PASSANO NON POCHE AVVENTURE TRA LE QUALI IL SORVOLO DI UNA BANDA DI PREDONI DEL DESERTO CHE CERCANO DI ABBATTERLI CON LA MITRAGLIATRICE RUBATA A UN RELITTO D'AEREO INGLESE ED IL RAPIMENTO DA PARTE DI UNA TRIBÙ DI PAZZI BELUCISTANI IMBOTTITI DI MATRIARCATO CHE LI CREDEVANO DEI E CHE QUINDI VOLEVANO DARLI IN SPOSI A QUEL MANICO DI SCOPA DI MEZZO MILIONE DI ANNI DELLA CAPOTRIBÙ: SCAPPERANNO CON UN PAIO DI SGANASSONI E UN ABILE RAGGIRO CONVINCENDOLI DI ESSERE ALLEATI BULGARI E DECOLLANDO ALLA CHETICHELLA CON UNA BELL'OMBRELLATA ALLA MASSIMO MORATTI.
DELLA SPEDIZIONE ARRIVERÀ SOLO LUI A TOKYO.
QUANDO TORNA DALLA SPEDIZIONE NESSUNO SE LO CAGA DI STRISCIO MA POI A QUALCHE GABBIANO VIENE IN MENTE CHE LA MATTITUDINE NON È UNA DOTE COSÌ BRUTTA E DECIDONO DI PREMIARLO FACENDO DIVENTARE COSÌ LEGGENDARIA LA SUA FAMA DI PILOTA DA RENDERLO UNO DEI PIÙ FAMOSI MATTOVOLANTI DEL MONDO: PUR ESSENDO PILOTA BOMBARDIERO/RICOGNITORE VA A LE BOURGET PARTECIPA AI COMBATTIMENTI AEREI SIMULATI E A BORDO DI UN RIGIDISSIMO ANSALDO A.1 BALILLA FA IL CULO A STRISCE AD UN PAIO DI AFFERMATISSIMI ASSI DELLA CACCIA BAGUETTOSA. CERCA ANCHE DI PARTECIPARE ALLA COPPA SCHNEIDER MA IL MOTORE DEL SUO IDROCORSA NON È ABBASTANZA MATTO PER LUI E SI ROMPE AL PRIMO DEI TRE GIRI PREVISTI FACENDO VINCERE QUEI GABBIANONI INFINITI DEGLI INGLESI.
FERRARIN PERÒ NON SI SCORAGGIA E CONTINUA A VOLARE E INSIEME A QUEL SILENZIOSO PAZZONE DI CARLO DEL PRETE SI METTERÀ IN TESTA PRIMA DI BATTERE IL RECORD DI VOLO IN CIRCUITO CHIUSO FACENDOSI CINQUANTANOVE ORE DI VOLO IN TONDO SOPRA ROMA E QUASI 7700 CHILOMETRI FACENDO PAPPA CACCA E PIPÌ A BORDO E POI DI FARE UNA BELLA TRASVOLATA ATLANTICA A BORDO DI UN COSO STRANO CHIAMATO S.64. NELLA TRASVOLATA IL POVERO DEL PRETE MORIRÀ IN UN INCIDENTE DOPO ESSERE ARRIVATO A NADAL IN BRASILE.
FA POI NUMEROSI ALTRI VOLI E INSEGNA A VOLARE A GENTE POCO IN VISTA COME QUEL BEL TOMO DI AMEDEO UMBERTO LORENZO MARCO PAOLO ISABELLA LUIGI FILIPPO MARIA GIUSEPPE GIOVANNI DUCA D'AOSTA E DELLE PUGLIE E SARÀ PER QUALCHE OCCASIONE PILOTA PERSONALE DI LVI E DI EDOARDO AGNELLI CHE MORIRÀ DURANTE UN INCIDENTE AEREO PROPRIO INSIEME AD ARTURO (CHE USCIRÀ DALL'APPARECCHIO SENZA NEMMENO UN'UNGHIA SPEZZATA).
MORIRÀ NEL 1942 COLLAUDANDO UN COSO MONOMOTORE FATTO DI LEGNO E COLLA AERONAUTICA (E GIÀ CAPITE DA QUA QUANTO BISOGNA ESSERE MATTINCAPO PER ACCETTARE DI COLLAUDARE UNA ROBA DI QUESTO TIPO) CHE PER DIVINA PROVVIDENZA NON VERRÀ MAI MESSO IN PRODUZIONE AL POSTO DEI MACCHI FOLGORE ED ALLA SUA MEMORIA VERRANNO DEDICATE MOLTE COSE TRA CUI UNA SCUOLA.
-ORAZIO