TEODORICO ERA FIGLIO DI TEODEMIRO RE DEGLI OSTROGOTI E DUNQUE EREDE DI QUELLA MASNADA DI PESTATORI SERIALI, SENONCHÉ IL PADRE DECISE DI SPEDIRLO ALL'ETÀ DI OTTO ANNI ALLA CORTE DI LEONE PRIMO A COSTANTINOPOLI, COME GARANZIA DELLA PACE TRA GLI OSTROGOTI E QUEI GABBIANONI DEI BIZANTINI. LÌ TEODORICO IMPARA IL GRECO E IL LATINO E SI GUADAGNA LA FIDUCIA DEI SUOI CARCERIERI CHE ANZI LO CONSIDERANO UN TIPO PARECCHIO TRANQUILLO E PURE UN PO' PACIOCCONE: GROSSO ERRORE.
QUANDO SUO PADRE LO RISCATTA, L'ENORME GOTO INIZIA A MULINARE IL PISELLO CHE AVEVA FINO AD ALLORA TENUTO A BADA E COMINCIA QUINDI A PISCIARE IN TESTA A CHIUNQUE GLI PASSI A MENO DI CENTO CHILOMETRI DI DISTANZA. LA COSA OVVIAMENTE PREOCCUPA GRANDEMENTE L'IMPERATORE CHE DECIDE DUNQUE DI ATTRIBUIRGLI IL DOMINIO DELLA PENISOLA ITALICA, ALLORA IN MANO A UN ALTRO GOTO SPAZIENTITO: ODOACRE. ZENONE PENSAVA INFATTI DI PRENDERE DUE PICCIONI CON UNA FAVA: LIBERARSI DI ODOACRE CHE INIZIAVA A FARE TROPPO LO SPLENDIDO E CONTEMPORANEAMENTE ALLONTANARE TEODORICO CHE ALTRIMENTI AVREBBE USATO COSTANTINOPOLI COME SGABUZZINO PER LE SCOPE.TEODORICO PENSA "BASTA CHE SCORRA SANGUE" E PARTE ALLA VOLTA DI ROMA CON I SUOI FEDELI GOTI. INCONTRA QUALCHE RESISTENZA MA OGNI VOLTA I NEMICI GLI FANNO DA TAPPETINO PER LA DOCCIA. SOPRATTUTTO QUANDO I SUOI SI CACANO SOTTO E LUI VA ALLA CARICA IN MEZZO AI NEMICI COMPLETAMENTE SOLO OBBLIGANDO QUEI CODARDI A SEGUIRLO.
IN ITALIA ODOACRE PENSA DI ESSERE BENE AL SICURO E SFIDA TEODORICO, SBAGLIANDO COSÌ TANTO DA FAR GIRA LA TESTA. DOPO L'ASSEDIO FINALE DI RAVENNA, L'OSTROGOTO IMPAZZITO DIVENTA DIFATTI IL PADRONE DI ROMA. SUBITO CONCEDE A ODOACRE DI "GOVERNARE" ASSIEME A LUI ANCHE SE POI, DOPO AVER SCOPERTO UNA CONGIURA A SUO DANNO O FORSE PERCHÉ SEMPLICEMENTE SI ERA ROTTO I COGLIOSTRI, LO CARCIOFA BENE BENE DURANTE UN BANCHETTO IN SUO ONORE, DIVENTANDO UFFICIALMENTE UNICO E INDISCUSSO RE D'ITALIA.
DIMOSTRA POI LA SUA ENORME PAZIENZA DURANTE IL REGNO QUANDO FA BASTA A TUTTA UNA SERIE DI OPPOSITORI CHE SI ERANO SBAGLIATI A ESISTERE, COME AD ESEMPIO IL CELEBRE SEVERINO BOEZIO SCEMO PAGLIACCIO, O QUANDO DICE ALLA CHIESA CATTOLICA "NO" RIMANENDO ARIANO CONVINTO (EVIDENTEMENTE PREGUSTAVA GIÀ CERTI RISVOLTI NAZIONALSOCIALISTI). DOPO UNA SERIE DI ALLEANZE FALLITE, TEODORICO RIMANE PURTROPPO SOLO E INCAZZATO COME UN TORO.
LEGGENDA VUOLE CHE IN UNA NOTTE TEMPESTOSA SI SIA RIFUGIATO NEL MAUSOLEO CHE S'ERA FATTO COSTRUIRE E LÌ UN FULMINE L'ABBIA FATTO FREDDO. DOPODICHÉ UN CAVALLO NERO L'AVREBBE PRESO E GETTATO NEL CUORE DELL'ETNA: UNA FINE SIMPATICA PER UN UOMO SIMPATICO.